Quando il gesto pittorico esprime pensieri a confronto.
Laboratorio di racconto attraverso un dipinto a più mani
Più che un laboratorio, una sfida e una scoperta: la bellezza delle cose nuove, del cambiare prospettive, rendendo “periferico” il pensiero a vantaggio di un continuo dialogo più grande
La realtà si vede meglio dalla periferia che dal centro.
Compresa la realtà di una persona, la periferia esistenziale, o la realtà del suo pensiero; tu puoi avere un pensiero molto strutturato ma quando ti confronti con qualcuno che non la pensa come te, in qualche modo devi cercare ragioni per sostenere questo tuo pensiero; comincia il dibattito, e la periferia del pensiero dell’altro ti arricchisce”.
Ecco la prima sfida, umana e spirituale: dialogare con le periferie e, in un’ottica cittadina, con la vita che in quelle periferie pulsa e chiede d’essere ascoltata, che pone istanze al centro, che reclama dignità.
La ricchezza di “scoprire nuove cose”, di cambiare prospettive, di rendere periferico, per così dire, il proprio pensiero a vantaggio di un continuo “dialogo” capace di far crescere le persone e la città intera in vista di un obiettivo comune: costruire un luogo cittadino che sia fedele alle istanze profonde dell’uomo.
È vero, dunque, che la città, parafrasando il Calvino de Le città invisibili, deve rispondere alla domanda dell’uomo che la abita, poiché è il luogo del suo vivere e delle sue relazioni, della sua vita, in cui costruisce il suo percorso esistenziale, la sua memoria, appunto.
E qui entra in gioco il secondo aspetto, la seconda prospettiva, la sfida sociale, un laboratori a più mani di pittura su tela.
Il laboratorio è condotto dall’artista Chiari Aurora
Cosa si vede: un quadro emozionale
Cosa non si vede: le parole dei racconti